Domenico Proietti, Segretario Generale Uil-Fpl su Il Sole 24 ore: Basta penalizzare il lavoro pubblico
Possiamo affermare senza ombra di dubbio che oggi lo Stato italiano è il peggior datore di lavoro del nostro Paese. Il lavoro pubblico negli ultimi 15 anni ha subìto una costante e pesante penalizzazione da parte di tutti i Governi succeduti alla guida del Paese.
La UIL-FPL, negli ultimi mesi, ha portato avanti una mobilitazione su tutto il territorio nazionale per porre al centro dell’agenda politico-economica del Paese la necessità di valorizzare il lavoro pubblico.
Dal 2011 è stato differito il Trattamento di Fine Rapporto che ancora oggi ai dipendenti pubblici viene erogato dopo 2 anni, che possono diventare addirittura 7 per chi ha optato per l’uscita anticipata. Una vera e propria appropriazione indebita da parte dello Stato, che con l’allungamento delle tempistiche ha ottenuto un risparmio di oltre 3 miliardi.
Il 23 giugno u.s. la Corte Costituzionale ha dichiarato anticostituzionale il differimento e la rateizzazione del Tfr e del Tfs dei dipendenti pubblici. Stiamo sollecitando Governo e Parlamento affinché attuino urgentemente il pronunciamento della Corte Costituzionale, restituendo il maltolto a milioni di lavoratori pubblici.
Dal 2009 c’è stato il blocco della contrattazione che è durato fino al 2018. Nell’ultimo tavolo ministeriale, abbiamo chiesto di attuare i nuovi ordinamenti professionali, rafforzare la formazione e la valorizzazione del personale, implementare il lavoro agile e dare continuità alla stagione dei rinnovi contrattuali 2022/2024, a distanza di quasi due anni dalla loro scadenza. I 7.3 miliardi di euro per i rinnovi annunciati dal Ministro Zangrillo sono risorse importanti ma insufficienti a recuperare l’erosione salariale subita dai lavoratori con un’IPCA cumulata 2022/2024 superiore al 16%. L’aumento medio lordo pro-capite di 170 euro, si aggira invece intorno al 6%.
La scelta di elargire l’anticipo del rinnovo contrattuale entro dicembre non solo taglia fuori la contrattazione dalla sua funzione, violando l’autonomia negoziale delle parti, ma crea un’ulteriore discriminazione all’interno del mondo del lavoro pubblico tra chi lo percepirà e chi rischia di non riceverlo.
Dal 2009 ad oggi lo Stato ha risparmiato oltre 30 miliardi con il blocco del turn over e i mancati rinnovi contrattuali; il personale negli enti locali e in sanità negli ultimi 10 anni è diminuito di oltre 202 mila unità. Entro il 2030, considerando l’età media attuale dei dipendenti di 50,7 anni, andranno in pensione altri 700.000 lavoratori. Serve urgentemente un Piano di assunzioni straordinario, la stabilizzazione del personale precario e lo sblocco del salario accessorio, con l’eliminazione dei tetti di spesa previsti dall’art.23 del D.lgs. 75/2017.
Ai lavoratori pubblici non si applica la detassazione della contrattazione di secondo livello prevista invece per i privati e dal 2014 sono state tagliate le agibilità sindacali.
Il 22 ottobre a Salerno si è avviato il percorso di unificazione della Uil-Fpl con Uil-Pa e Uil-Organi Costituzionali per costituire una Federazione del Lavoro Pubblico della UIL che garantisca una voce ancora più forte, solida ed articolata a tutela dei diritti dei lavoratori pubblici. Continueremo la nostra mobilitazione per eliminare le penalizzazioni ai danni del lavoro pubblico, per salvaguardare la sanità e riaprire la partita del Mes Sanitario in Europa, per una reale riorganizzazione delle autonomie locali e per la valorizzazione professionale ed economica di tutte le lavoratrici e i lavoratori pubblici.
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